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Alessandro Peroni Sito di studi illuministici, rivoluzionari e romantici |
Il saggio analizza l'articolo dal titolo La musica, pubblicato da Pietro Verri nella seconda annata de "Il Caffè".
Abituale frequentatore del teatro e dei concerti, nonché buon violinista dilettante, Pietro Verri affronta con grande competenza una fra le tematiche più dibattute nella riflessione illuminista, specialmente francese. Verri dimostra, infatti, di avere recepito il senso della querelle des bouffons che aveva, negli anni precedenti, visto contrapporsi gli Enciclopedisti al grande teorico Jean-Philippe Rameau, ultimo rappresentante dell'antica tradizione metafisica pitagorica, la quale vedeva nella musica la rappresentazione dei rapporti matematici che si trovano a fondamento della realtà. Come gli Enciclopedisti, il filosofo milanese ritiene invece che la musica costituisca una forma di linguaggio. Tuttavia, Verri tende a liberarsi anche da questa posizione teorica, rinunciando a qualsiasi indagine sulla natura della musica e limitandosi ad accettare quest'arte per ciò che essa sa dare: brevi "momenti beati d'un soave delirio". Alla ricerca del puro piacere dell'ascolto, Verri conclude il suo articolo con il rifiuto dei tecnicismi dei compositori e degli interpreti del suo tempo, una critica rivolta, in primo luogo, contro gli eccessi virtuosistici dei castrati e delle prime donne, le cui fantasmagorie ormai sembravano nulla più che esibizioni di "ballerini da corda".
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