La personal page di
Alessandro Peroni Sito di studi illuministici, rivoluzionari e romantici |
Pubblicato sul n. 1 di "Vertici", dedicato al tema della metafora, questo studio ricostruisce la storia dell'opera comica del Settecento, cogliendone le peculiarità in rapporto alla tradizione dell'opera seria, dalla quale si affrancò diventando espressione teatrale delle istanze politiche e sociali del "ceto civile", ormai prossimo a diventare borghesia.
Nata fra Venezia e Napoli come Intermezzo o Commedia musicale, l'opera comica conquistò ben presto tutta l'Europa, diventando addirittura per gli Illuministi francesi il vessillo del rinnovamento della tradizione musicale. Attraverso soggetti che si ispiravano al quotidiano, un linguaggio lontano dalla poesia aulica su cui si innestavano melodie di grande freschezza e semplicità, le quali richiedevano un canto meno virtuosistico e più espressivo, gli innovatori del genere (fra i quali ricordiamo Goldoni, Da Ponte, Pergolesi, Galuppi, Piccinni e Mozart), portarono sul palcoscenico operistico non più gli eroi storici e mitologici del melodramma, ma gli autentici rappresentanti della società contemporanea: i nobili, i servi, i nuovi ricchi che aspiravano alla nobilitazione e così via. Così, da La serva padrona a Le nozze di Figaro, l'opera comica ci fornisce un ritratto veritiero delle dinamiche sociali del secolo XVIII, in particolare di quella "dialettica" fra classi ineluttabilmente destinata a sfociare nella Rivoluzione.
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